La fotografia non è nient'altro che una tecnica per riprodurre la realtà.

Meglio affermare però che si tratta di una tecnica meccanica, cioè la riproduzione delle realtà attraverso uno strumento che lavora quasi da sé.
Questo però non vuol dire che l'uomo nella storia non abbia mai riprodotto la realtà o tentato di riprodurla.

Potremmo parlare delle prime incisioni rupestri nelle grotte di primitivi. Cos'erano quei segni se non il tentativo della riproduzione seppur elementare quella realtà austera?

Potremmo parlare dei greci o dei romani, prima di Cristo che con tutte le loro opere sono riusciti a riprodurre la realtá attraverso statue in maniera impeccabile e duratura, sculture che sfiorano la perfezione difficilmente eguagliate  nei tempi a seguire. Potremmo ancora parlare delle pale del 1400 fino al 1600 inoltrato, di quando i committenti si facevano ritrarre in maniera fedele dai pittori in voga nell'epoca. Opere pagate a caro prezzo che servivano per guadagnare il passaggio all'aldilá, la benevolenza di Dio.
Potremmo ancora parlare di Filippo Brunelleschi (architetto fiorentino - Firenze 1377-1446) e della sua invenzione della prospettiva. Cioè la capacità ti mettere su una superficie bidimensionale una realtà tridimensionale proprio così come viene percepita dai nostri occhi.

prospettiva

Potremmo parlare di Caravaggio (Milano 1571-1610) e della sua capacità di riprodurre le luci e le ombre.


Mettendo in fila tutti questi progressi fatti dall'uomo nella capacità di interpretare la realtà ne conseguono alcune deduzioni:

  1.  il nostro occhio è il nostro sistema cognitivo sono stati educati nei secoli o forse nei millenni a tradurre le onde elettromagnetiche della luce in segnali elettrici, ma questo non basta perché questi segnali elettrici sono inseriti in un contesto appunto tridimensionale e sono portatori di senso, di significato di un mondo simbolico traducibile solo dall'uomo di quello stesso preciso periodo storico.
  2.  la capacità di tradurre le immagini o meglio il significato delle immagini e relativa al periodo storico cioè non tutte le immagini hanno lo stesso valore nel tempo.
  3.  non esiste un punto di arrivo, le immagini continueranno ad evolversi, o meglio la nostra capacità di comprendere, valutare, giudicare, intendere e guardare le immagini continuerà ad evolversi contestualmente all'evoluzione della specie umana.
  4.  l'immagine non è solo forma o solo superficie, è soprattutto fenomeno, cioè portatrice di un universo cognitivo attraverso la forma e il colore (da non trascurare però il supporto).

L'immagine non agisce come il testo scritto o come le parole cioè capaci di far passare un messaggio. Diversamente l'immagine, universalmente comprensibile oltre a far passare informazioni, lavora anche a livello emotivo, comunica sensazioni, emozioni, stati d'animo.
Le immagini fotografiche a differenza del cinema o della realtà, sono scrutabili, ci si può fermare davanti adesse indagarle, legarle a periodi storici vissuti e non.

BIBLIOGRAFIA

  • Capire i media. Gli strumenti del comunicare, Marshall McLuhan - Ed. Il Saggiatore
  • Parola e immagine. Storia di due tecnologie, Francesco Antinucci - Ed. Laterza
  • Il colore della luna. Come vediamo e perchè, Paola Bressan - Ed. Laterza
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