Imago Mortis

Per gli amanti dell'Orrore segnaliamo un film interessante, che però non ha avuto particolare successo.

In questo film viene raccontata la storia immaginaria di un alcnimista e della sua invenzione il 'Thanatoscopio' e la 'Thanatografia'. Una tecnica con la quale è possibile ottenere delle immafini fotografiche direttamente dalla retina dei bulbi oculari.

La pellicola risulta essere interessante e a tratti anche un po' splatter. Consiglio per chi riuscisse a trovarli di guardare gli inserti e l'intervista al regista che riesce, descrivendo le sue intenzioni, a dare nuove considerazioni ad un film che altrimenti rimane un po' sottostimato.

REGIA: Stefano Bessoni

SCENEGGIATURA: Stefano Bessoni, Luis Alejandro Berdejo, Marcello Paolillo, Giulia Blasi, Richard Stanley

Nel 1600, prima dell'invenzione della fotografia, lo scienziato Girolamo Fumagalli (Franco Pistoni), ossessionato dall'idea della riproduzione di immagini, scoprì che uccidendo una vittima e rimuovendone la retina (dove si diceva venisse impressa l'ultima immagine scorta dalle persone) era possibile imprimerla su stampa. Fumagalli diede a questa tecnica il nome di 'Thanatografia'. Oggi questo macabro rituale viene commesso in una scuola spagnola di cinema. A Bruno (Alberto Amarilla) e Arianna (Oona Chaplin), due studenti, il compito di scoprire il mistero celato tra le mura di quella scuola. Lui, orfano di entrambi i genitori, è un ragazzo piuttosto introverso che, per pagare la costosa retta della scuola, lavora di notte all'archivio scolastico; lei, aperta e solare, le fa spesso compagnia ed è l'unica persona all'interno della scuola con cui Bruno sia riuscito a legare sinceramente. Una vita tutto sommato tranquilla, scandita dagli esami di fine anno e dai diversi impegni scolastici, fino a quando le notti passate all'archivio mettono a dura prova la lucidità di Bruno: il ragazzo comincia ad aver delle strane visioni, tra cui quella di un giovane insanguinato che sembra volerlo guidare nella scoperta di qualcosa.

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