ritratto diane arbusDiane Arbus, Diane Nemerov è nata il 14 marzo 1923 e morta il 26 luglio 1971, è stata una fotografa statunitense di origini russe.

Il 10 aprile del 1941 la diciottenne Diane si sposa con Allan Arbus. Il primo lavoro è un servizio fotografico pubblicitario per la catena di grandi magazzini del padre.
Dopo la seconda guerra mondiale Allan e Diane decidono di fare i fotografi, visto che nel 1941 si erano già occupati brevemente di moda e Allan aveva accumulato una notevole esperienza come fotografo nell'esercito.
Lo studio fotografico si chiama “Diane & Allan Arbus”. La Arbus studierà fotografia brevemente con Berenice Abbott nel 1947, poi con Brodovitch nel 1955, infine con Lisette Model, con cui studia nel 1956 e nel 1957.
È proprio grazie all'esperienza con Lisette che Diane supera la sua timidezza e trova il coraggio di fotografare i soggetti che desidera. Il primo servizio pubblicato dalla coppia è del 1947 su Glamour.
Ancora alla fine degli anni Cinquanta Diane lavora con una Nikon 35mm: “Dapprincipio mi piaceva la grana. Ero affascinata dal suo effetto nella stampa, perché tutti quei piccoli punti formavano un arazzo e ogni dettaglio andava letto attraverso di essi. La pelle era come l'acqua e il cielo, si aveva più a che fare con
la luce e l'ombra che con carne e sangue”.
Nel 1958 Diane e Allan conoscono Robert Frank e la moglie Mary.
Diane conosce Emile De Antonio, distributore del film di Robert Frank “Pull my daisy”. Emile, detto “De” fa vedere alla Arbus “Freaks”, il film del 1932 di Tod Browning, già divenuto un cult movie. Visti i soggetti della Arbus è sicuramente uno dei film che maggiormente si avvicinano alla sua estetica.
Fra i primi soggetti fotografati dalla Arbus in questi anni si contano “Miss Stormé de Larverie, la donna che si veste da uomo”, e “Moondog”, un gigante cieco con una grande barba e corna da Vichingo che passa otto ore al giorno fra la 50ma ovest e la Sixth Avenue.
Arbus non si limita a fotografare di sfuggita questi personaggi, ma instaura con loro un vero rapporto di amicizia, talvolta anche profondo.
Anche se inizialmente viene vista con sospetto dai soggetti, riesce spesso ad instaurare con le persone fotografate un rapporto di intimità e ad essere accettata da loro.
Nel 1963 Diane Arbus vince la sua prima borsa di studio della Guggenheim. In questi anni frequenta il famoso fotografo di moda Richard Avedon. Fra il 1964 e il 1965 Diane è spesso in giro per New York a fare fotografie.
Nel 1965 tiene un corso di fotografia alla Parson School of Design. Invece di far studiare l'arte sui libri la Arbus porta gli studenti a vedere le opere nei musei.
L'etichetta di “fotografa di mostri” che le viene cucita addosso non piace a Diane. Secondo la Bosworth, Diane ha sempre sofferto di crisi depressive, ma a causa di un'epatite contratta nel 1968 - causata forse dall'abuso di farmaci - smette di prendere gli antidepressivi.
Alla fine del 1969 la Arbus si trasferisce al Wesbeth, un condominio di New York che per statuto accetta solo artisti.
Nel 1970 prova la Pentax 6x7 di un suo amico fotografo, Hiro. Ne rimane entusiasta, le proporzioni sono circa le stesse delle lastre 8x10 dei banchi ottici usati nelle foto di moda. Inoltre la visione attraverso il mirino le ricorda quella di “una grande 35mm”. Per poterla acquistare organizza un corso di fotografia a cui
partecipano 28 allievi, fra cui troviamo anche Eva Rubinstein, figlia del grande pianista Arthur Rubinstein destinata a diventare anche lei una grande fotografa.
La Arbus è ormai un mito fra i giovani fotografi. Nel 1970 Art Forum pubblica le sue foto. È molto insolito per un mensile che si occupa di arte astratta.
Nel 1970 Diane inizia a fotografare dei disabili in un istituto. Come suo solito non si tratta di una sola sessione fotografica, ma vi tornerà diverse volte. È la serie che diventerà nota dopo la sua morte con il titolo di “Untitled”.
Fra gli ultimi soggetti della Arbus vi sono però anche le prostitute e i clienti di alcuni bordelli sadomaso. Di questi lavori sono noti solo pochi scatti.

Ormai la depressione di cui ha sempre sofferto si è fatta più grave. Pare aver perso l'interesse nella fotografia. Anche il crescente carico di responsabilità connesso al
successo sembra contribuire a schiacciarla.

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